logica, fisica e teoria della conoscenza
Docente: Fulvio Di Blasi
Riassunto delle lezioni precedenti
Difficoltà iniziale di approccio a Platone (e ai filosofi greci, in generale) legata all’ambiguità del termine “anima” e di termini affini. Concezione etico religiosa di Platone che fa da sfondo alla sua idea di filosofia e alle sue prove dell’immortalità e spiritualità dell’anima. Cenno al concetto di felicità come fine ultimo e al rapporto fede/ragione.
Ha scritto sia dialoghi in cui le sue dottrine erano esposte in maniera più semplice e divulgativa (ma che non ci sono pervenuti) sia trattati dedicati alle varie branche della filosofia. Nacque a Stagira (una colonia greca) nel 384 a.C. e morì a Calcide nel 322. Fu precettore di Alessandro Magno. Studiò con Platone ad Atene, e poi fondò la sua scuola, che chiamò “Liceo”.
Alcuni aspetti del suo insegnamento
Fisica
In parte, ne abbiamo già parlato nelle scorse lezioni. La cosa più importante è capire il concetto di natura come principio intrinseco del movimento delle cose (cfr. note sulla prima e la seconda lezione). Soluzione al dibattito tra Parmenide ed Eraclito grazie ai concetti di atto e potenza e di analogia dell’essere. Cambiamenti sostanziali e accidentali cui corrispondono le categorie (1 + 9): sostanza; quantità; qualità; relazione; luogo; tempo; avere; giacere; azione; passione. Le quattro cause: materiale; formale; finale; efficiente. Ilomorfismo: composizione essenziale di materia e forma di ogni realtà fisica (l’essere fisico non è semplice ma composto. Il termine “fisico” non si può propriamente predicare dei princìpi si uniscono per comporre la realtà che chiamiamo “fisica”. Possiamo dire che la realtà fisica non può sussistere senza qualcosa che non “fisico” non è). Cenno al motore immobile.
Teoria della conoscenza
Logica
La logica è l’ultima delle scienze e, forse, non è neppure da considerarsi una scienza perché di per sé non aggiunge nulla a ciò che già conosciamo. La logica “rivede” i nostri ragionamenti riducendoli ai primi princìpi di essi al fine di controllare se sono stati correttamente sviluppati. Si tratta, per dire, di srotolare la matassa del ragionamento per verificarne la correttezza. È un’attività formale che non aggiunge contenuto. La conoscenza non comincia con la logica. Semmai, si potrebbe dire che l’eccessiva attenzione per la logica rovina la capacità creativa e innovativa del ricercatore. La logica subentra dopo… per verificare se ci sono stati errori ed, eventualmente, correggerli.
Letture consigliate per la quinta lezione:
- G. Reale, Storia della filosofia antica, volume II, pp. 451-465; 543-568
- F. Di Blasi, “The Concept of Truth and the Object of Human Knowledge”, disponibile tra i “Readings” del sito di Thomas International. Alternativamente, F. Di Blasi, Dio e la legge naturale, ETS, Pisa, 1999, pp. 106-116 (per una copia scontata di questo libro, rivolgersi allo staff dell'Associazione Thomas International)
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